domenica 28 marzo 2021

The Falcon and the Winter Soldier s01e02

Eccoci (più o meno) puntuali con il secondo episodio di The Falcon and the Winter Soldier.

Grande vittoria per me è stata riuscire a non piangere, ho quasi ceduto un paio di volte, ma forse trovarmi a lavoro mi ha aiutata a mantenere un po’ di contegno.

Esattamente come per la precedente puntata, questo commento sarà pieno di spoiler quindi, se volete evitarli, non andate oltre il cut.




Il fatto che io non abbia pianto durante questa puntata, non vuol dire che non sia stata meno intensa, ANZI.

La storia sta iniziando a prendere una certa piega e, onestamente, non so cosa aspettarmi se abbiamo ancora solo quattro episodi davanti. Sicuramente non ci annoieremo.



La scena iniziale mi ha scatenato un episodio di reflusso acuto e come me, credo anche a parecchia altra gente. Lo so benissimo che è una cosa totalmente studiata e da qualche parte andrà a parare, ma l'uomo scucchia proprio non riesco a mandarlo giù e nemmeno i tentativi di farlo rendere simpatico con la scena dello spogliatoio. Nah-ah. 


Bucky che vede la versione Lidl di Cap è me. Stesse emozioni.


John Walker, scendi un po' dal piedistallo, ce la starai pure mettendo tutta ma ho una notizia da darti: non sei e non sarai mai un vero Captain America, men che meno una versione moderna di Steve Rogers. Non parliamo poi, di quando chiama Bucky, Bucky. Sergente Barnes, per te, pezzente.
Versione Wish anche del suo sidekick, Lemar Hoskins aka Battlestar, casualmente un ragazzo nero (sì lo so che Lemar è nero anche nei fumetti, ma 'sti due sembrano veramente la versione pezzotta di Steve e Sam). Mamma mia, al discount c'erano proprio le offerte paghi uno prendi due. 
Ma vedremo cosa ci riservano questi due, visto che sono due dei tanti personaggi dei fumetti che stanno tirando fuori dal cappello (e che io conosco poco e niente, quindi forse è meglio tacere).

I complottisti rivoluzionari si sono rivelati dei potenziati anche loro, da dove abbiano preso il siero non si sa, forse sono le ennesime controindicazioni del vaccino di AstraZeneca, chi lo sa.
Vediamo se la nostra cara vecchia conoscenza Zemo si fa tirare fuori di galera aiutando i nostri due Cip e Ciop o se riesce a combinare altri danni. 

Nel frattempo,  Cric e Croc si sono ritrovati e non hanno aspettato nemmeno un minuto a partire con gli scambi in pieno Sandra & Raimondo Style

Fatemi dire una cosa semi seria, prima di passare alla riflessione un poco più seriosa.
Premessa: io shippo fortemente BuckyNat. Ma forte, tipo vengono secondi solo a Steve e Tony. 
Ma il queerbaiting di questa puntata è palese e pure indecente.
No, perché se queste due scene sono totalmente eterosessuali, io sono sposata con Chris Evans. 




Mi aspetto un bacetto prima della fine della serie, di sto passo. 
Poi Sam super uncomfortable con questa cosa di Bucky che (lo) fissa. 

Ma passiamo ad una riflessione un po' più seria.

Lo show è scritto da sceneggiatori neri. E si vede. 
Trovo estremamente interessante e forte, questa volontà di inserire il razzismo sistemico (e quotidiano) nella serie.
Sam è nero, il fatto che sia un supereroe non lo esenta al subire razzismo, lo abbiamo visto nella prima puntata e lo rivediamo, anche in maniera più esplicita in questo episodio, con la scena coi poliziotti.
Il classico profiling che viene fatto alle persone non bianche (specialmente nere) quotidianamente negli Stati Uniti e non solo. 


Imbarazzante l'agente che poi chiede scusa dopo che gli è stato suggerito che Sam non è "un nero qualsiasi".
Apprezzabile questa scelta e un po' triste che ci stupiamo ancora che vengano inserite scene del genere, quando rappresentano la normalità per una buona fetta di popolazione globale.




Mi è piaciuto molto questo frame, non so se è stato voluto o sono io che ci leggo messaggi subliminali, ma quel "Stop the Violence" è di impatto, dopo una scena del genere, sapendo come agisca la polizia (anche in questo caso, non sono negli States, ma un po' ovunque).

Questa scena segue l'introduzione di due nuovi personaggi: Isaiah ed Elijah Bradley. Anche loro, entrambi, personaggi tratti dai comics. D'impatto e triste la storia di Isaiah, spero non sia stata solo un'apparizione fugace per questo episodio. Come immagino NON sarà l'unica apparizione di Elijah nell'MCU (io sempre più convinta che si stia preparando il terreno per gli Young Avengers: Cassie Lang ce l'abbiamo, Billy e Tommy ce li abbiamo, Elijah Bradley ce l'abbiamo, presto avremo Kate Bishop, piano piano si aggregano gli elementi, staremo a vedere). 

Altra scena triste e di impatto è stato il confronto con la psicologa (al netto di quella roba imbarazzante all'inizio con le sedie). Qui è dove capiamo veramente cosa trattiene Sam dall'impugnare lo scudo.

Maybe this is something you or Steve will never understand.
Il succo del discorso torna lì. Non importa quanto Bucky o Steve lo trovino degno di brandire lo scudo, il mondo probabilmente non è ancora pronto ad un Captain America nero. L'insicurezza di Sam è brutalmente e semplicemente lì. Immaginate la scena di prima, quella della polizia, con un Sam Cap.
Sono situazioni che noi bianchi, per quanto ci sforziamo, non potremo capire mai. 

 

Mentre Bucky combatte con il senso di colpa, con un altro tipo di insicurezza che lo sta divorando da dentro, che lo costringe a dormire su un pavimento che lo fa sentire fragile.

La bellezza di questa serie è decisamente il riuscire a combinare l'umorismo Marvel a cui siamo abituati con temi di quotidianità che non possiamo far finta non esistano e con le battaglie interiori e psicologiche che sono parte dell'essere umano.

Due uomini di valore, che non esitano ad agire ma che al contempo non rinnegano il fatto di essere persone, esseri umani con valori, insicurezze. fragilità e problemi. Alla grandissima faccia della mascolinità tossica. 


Concludo con questa opinione veloce veloce: avevo altissime aspettative da questa serie, anche se allo stesso tempo avevo paura di vedere sei puntate di azione e basta, invece no. Mi sta piacevolmente stupendo senza mai deludere quelle aspettative di fondo.  

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