venerdì 27 marzo 2015

La storia si ripete

Sono almeno due giorni che siamo tempestati da questa notizia. Non so in TV quanto ne abbiano parlato, visto che io non vado oltre Top Crime, Giallo e Real Time, ma direi che sui Social Media si è superata abbastanza la soglia del consentito, ma la cosa non mi sorprende anzi, mi sarei stupita del contrario.
Ci ho pensato anche su se farlo o meno questo post, ma ho trovato inevitabile aprire l'editor di Blogger e provare a buttare fuori qualcosa.
In fondo io sono una sopravvissuta, sono abbastanza titolata per parlarne, no?

Se c'è qualcuno che ancora non ha capito di cosa sto parlando, mi riferisco alla dipartita di Zayn Malik dagli One Direction.

Mercoledì pomeriggio c'è stato il delirio totale e completo su Twitter e fino a poco prima che iniziassi a scrivere il post, l'hashtag #AlwaysInOurHeartsZaynMalik era fisso nella top ten dei trendic topic mondiali.



Ammetto che stavo aspettando una mossa del genere, da lui o da Harry Styles, insomma, ogni boyband che si rispetti (e non solo loro) passa da questo step, prima o poi. E' praticamente un copione fisso. Infatti, la settimana scosa, quando ho letto del suo momentaneo allontanamento dalla band per "stress", avevo annunciato la profezia:
Ormai ne ho viste talmente tante di queste situazioni, che le riconosco ad occhi chiusi.

Non vi nascondo che quando è scoppiata la bomba sul social cinguettante, mi sono fatta tante di quelle risate che non avete idea. Non so se per cattiveria o perché mi sembrava di rivedere me, in un certo senso, vent'anni fa.

Infatti il mio primo pensiero è stato: avessi avuto Twitter quando Robbie ha lasciato i Take That, avrei fatto uguale? La risposta probabilmente è sì. Avevo dodici anni ed ero piuttosto scema, d'altra parte l'età quella era.

In linea generale, risate grasse a parte, un po' capisco la schiera di ragazzine che si sono, metaforicamente, strappate la faccia non appena hanno saputo la notizia. Non posso biasimarle né criticarle, io ci sono passata e mi rendo conto che si siano sentite come se avessero loro tirato via la terra da sotto i piedi. Ci sta. E' inutile tirare fuori storie del tipo "Ci sono problemi più seri.", perché tanto è la versione alternativa del "Mangia perché in Africa ci sono bambini che muoiono di fame.
Non voglio giustificare nessuno, ma se delle ragazzine a 15/16 anni o anche meno, si disperano per queste cose, non ci vedo nulla di male, non facciamo i bacchettoni, tutti siamo stati deficienti a quell'età, chi più chi meno.

Quando poi si esagera (e si è esagerato davvero tanto, a vari livelli), allora è tutto un altro paio di maniche.

Innanzitutto Zayn non è morto, ha solamente lasciato una band, che, almeno al momento, continuerà a lavorare. Quindi, cose del genere (a meno che non sia ironico, ma sono sicura ci siano in giro per il mondo altarini del genere, mi è bastato vedere alcune fan art),


E soprattutto non giustifico chi è passato ad azioni più estreme. Parlo dell'autolesionismo.
Mi rifiuto di postare e/o linkare immagini a riguardo perché la trovo una cosa indecente e, soprattutto, voglio evitare di fomentare gesti del genere.
Perché d'accordo la disperazione, ma fotografarsi mentre si sta grondando sangue lo trovo un tantinello esibizionista (per quanto riconosca il fatto che ci siano problemi di fondo, di qualsiasi genere essi siano, non sono psicologa né tanto meno psichiatra).


Nella storia della musica pop (e non solo) abbiamo assistito a numerose defezioni, più o meno dolorose.
Neanche i Beatles si sono sottratti a quello che sembra quasi un vero e proprio rito, quando John Lennon mollò i Fab Four nel 1969.
Mi vengono in mente defezioni nei Duran Duran, nei Backstreet Boys, negli N*SYNC, tra gli altri, anche se quelle che mi hanno colpito in prima persona sono state due.

La prima è quella, appunto, di Robbie Williams nel luglio 1995, quando, tra l'altro una manciata di giorni prima del mio compleanno, molla i Take That. Una sola parola: disperazione.
Pianti, tragedie, disagio molto forte. E come me migliaia di ragazzine.
Da quello che mi risulta, però, non ci sono state automutilazioni o suicidi. E sì, anche allora ci hanno dedicato dei servizi al TG (giuro che non so che darei per mettere mano agli archivi del TG2, ma purtroppo non sono riuscita a tirare fuori nulla da Youtube, a parte il video che segue).



Ho scoperto, in questi giorni di ricerche, che in Gran Bretagna era stato istituito una sorta di telefono amico per le ragazzine disperate. Io adesso rido, ma ci scommetto 10€ che all'epoca, se ci fosse stata una cosa del genere anche qui da noi, avrei chiamato. (DISAAAAAGIO)

La seconda, un po' meno traumatica, ma pur sempre di un certo spessore, è stata quella di Geri Halliwell che ha mollato le Spice Girls.
Ero già più grandicella, il lutto c'è stato, ma non traumatico come quello di Robbie.




Insomma, come dobbiamo concludere?
Da parte di noialtri esterni alla faccenda, facciamoci una grande risata, in fondo l'adolescenza è fatta anche per questo.
Per le Directioners. Ragazze, passa. Si sopravvive e nessuno meglio di me può dirvelo.
Piangete e sfogatevi (nei limiti del buonsenso, sia chiaro) ma poi, ad un certo punto, si mette tutto da parte. Innanzitutto perché Zayn è ancora vivo e vegeto, così come gli One Direction. 
Ci siamo passate veramente in tante e chi più, chi meno, siamo ancora integre. 
E poi chi lo sa, magari è destinato a fare qualcosa di veramente grosso da solo, pensate a Robbie o a Justin Timberlake che ancora dopo tanti anni vincono premi e fanno sold out ai concerti.

E chiudo così, perché


We've come so far and we've reached so high 
And we've looked each day and night in the eye 
And we're still so young and we hope for more 
But remember this 
We're not invincible, we're not invincible - No 



 PS: Proprio mentre stavo finendo di scrivere il post, mi viene segnalato questo tweet (grazie Marina).

Non so che dire, telepatia? La cosa comunque mi inquieta un sacco. :-P

lunedì 23 marzo 2015

#GleeGoodbye

Da dove parto?
Dal fatto che avevo mollato questa serie un anno e mezzo fa perché era diventata la parodia di se stessa oppure che, nonostante tutto, questa serie ha scritto un grosso capitolo della mia vita.
Nel bene e nel male, Glee c'è stato e ci sarà.
E non posso esimermi dallo scriverci due parole.