mercoledì 21 maggio 2014

My Mad Fat Diary - Season 2

Ansia. Se dovessi riassumere la seconda stagione di My Mad Fat Diary con una parola, quella sarebbe ANSIA.


Visto che la stagione è finita a marzo, capirete da soli che ci ho messo un po' a metabolizzarla (sì, dai, questa è la giustificazione ufficiale del perché questo post sta uscendo con soli due mesi di ritardo).


C'è un elemento che differenzia questa seconda stagione dalla prima in maniera eclatante: si ride di meno, molto di meno. D'accordo, un paio di momenti esilaranti ci sono stanti, ma proprio due in tutte e sei le puntate. Ma d'altra parte è un teen drama, cosa pretendi?, vi chiederete voi.

Già è un teen drama. d'accordo, ma quell'alternare pianti e risate che è stata la prima stagione era proprio quel plus che rendeva la serie un gioiellino, una cosa a parte rispetto alle serie dello stesso genere.
Riusciva ad affrontare i temi delicatissimi con una vena di ironia che riusciva a metterti non troppa angoscia addosso, nonostante ti emozionasse.

Invece in questa stagione no. Questa stagione è stata un pugno nello stomaco episodio dopo episodio.
Non per questo è stata meno bella, semplicemente ha perso quel quid che la rendeva speciale e diversa.

Ma prendiamo un pezzo alla volta e cerchiamo di capire.





Finn Nelson. Essere mitologico. Perché è veramente troppo perfetto.
E' figo. E' carino. E' gentile. E' comprensivo.
Dove sta l'inganno? Non esiste, secondo me.
Così era nella prima stagione, così è stato nella seconda, se non ancora peggio (nel senso buono del termine).



Rae Earl. La protagonista.
Capisco davvero che ha bisogno di aiuto, che è una persona spezzata, ma certi suoi comportamenti durante l'intera stagione non sono affatto da giustificare. Il suo egoismo ha toccato picchi belli alti ed è lei uno degli elementi che ha reso questa seconda season diversa dall'altra.
Il suo atteggiamento nei confronti di Finn, Chloe e soprattutto Archie è stato parecchio discutibile e un paio di madonne, da parte mia, se l'è prese senza colpo ferire.

Fai un po' te, Rae.




Chloe. La rivelazione.
L'ho odiata per tutta la prima stagione. L'ho amata per tutta la seconda.
Quando si dice character developement, tra i vari esempi possiamo portare lei.
Molto più umana e fragile di quanto vorrebbe darci a bere. Pucci lei.

Non mi è piaciuto molto il personaggio di Liam. Poteva essere una spalla per Rae, invece l'ho trovato piuttosto negativo.



Fatemi ribadire il mio amore per Karim e Danny Two Hats. Di una tenerezza disarmante.



Una cosa mi ha fatto più male delle altre. Tix. Non mi va di starci troppo a parlarne, ho già pianto abbastanza.


Che dire in conclusione? I temi affrontati restano sempre ben saldi, se non addirittura analizzati più profondamente.
Non voglio dire che non mi sia piaciuta questa stagione, perché non è vero, sicuramente mi ha lasciato molt più l'amaro in bocca della prima.
Probabilmente il fatto che è ambientata durante l'anno scolastico, e sappiamo tutti bene quanto possa essere bastarda la gerarchia scolastica, ha inasprito i toni.

Al momento non so ancora se ci sarà una terza stagione, ma io ci spero tanto, curiosa di sapere cosa ci riserverà.







4 commenti:

  1. sono d'accordo con te ogni episodio è stato come subire una pugnalata al cuore una più profonda dell'altra, ma nonostante tutto questa serie mi rubato il cuore

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    1. Aspetto con ansia la terza stagione. Non vedo l'ora di vedere le ultime tre puntate anche se la Gang mi mancherà da morire.

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  2. Sarò masochista, ma ciò per cui la seconda stagione mi è piaciuta ancora di più della prima è stato proprio il fatto che la protagonista abbia esplorato le parti più oscure di sé, che abbia sperimentato tutte le sue paure, che abbia toccato come si suol dire il fondo del baratro per poi rialzarsi con un po' di auto-consapevolezza in più.

    Quello di cui avevo sentito la mancanza nella prima stagione era proprio il vederla lottare non solo con l'insicurezza adolescenziale per il suo fisico ma con il vero e proprio odio per se stessa, per il fatto di essere stata rifiutata persino dal padre (che poi si dimostra inaffidabile anche dopo aver fatto inizialmente il ruffiano), un odio che solo lei può curare, non le ragazze popolari della scuola che improvvisamente se la filano e nemmeno il suo ragazzo (per quanto figo possa essere).

    Mi è piaciuto proprio vedere, dopo l'idillio estivo in cui tutto si era messo anche troppo a posto, l'escalation degli errori che irrimediabilmente compie di puntata in puntata e che sembra terminare con quella in cui Rae passa la sua prima volta con Liam, adottando il suo modo autodistruttivo e, diciamocelo, anche malato di considerare se stessa.

    L'ho adorata come perché il finale di quella precedente era stato anche troppo perfetto, e dopo aver affrontato i suoi problemi durante una stagione che esplora tutte le parti più oscure, autodistruttive ed egoiste di se stessa riesce a capire che se non non comincia a piacersi da sola non uscirà mai da quel circolo vizioso di odio in cui è caduta fallendo di conseguenza nel risistemare i rapporti con la gang e con Fin che, si, è troppo perfetto per essere vero.

    Per questo quello di Rae mi è sembrato il character development migliore fino ad ora: è caduta molto in basso ma, soprattutto grazie a quella buon'anima di Kester, è riuscita a risalire in superficie.

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    1. La tua è una chiave di lettura assolutamente condivisibile.
      Questa serie tv è bella proprio per questo, perché è talmente reale, è talmente vicina a noi che la si vive ognuno a modo proprio, leggendola in maniera diversa l'uno dall'altro.

      Io probabilmente non le ho perdonato due atti egoistici: l'outing di Archie ed aver lasciato sola Chloe.
      Vero è, nel secondo caso, che quando non capisci cosa vuoi da te stessa è difficile dare una mano ad un amico.

      Vediamo le ultime tre puntate quante pugnalate ci regaleranno.

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