Su questo argomento ci si potrebbe fare una tesi di laurea, soprattutto se parliamo di psicologia.
Vado un attimo fuori tema, ma questa premessa devo farla: dovete sapere che io ho un quaderno dove ci scrivo gli argomenti che voglio trattare e la lista della spesa, ops, degli gnocchi.
Poi però mi capitano questi flash su cui devo scrivere subito un post altrimenti mi passa l'ispirazione.
Ieri, non so come, mi è venuto in mente questo speciale di Tv Sorrisi e Canzoni del 1995 interamente dedicato ai Take That, che ho ancora (purtroppo non posso mettere supporti visivi, in quanto è a casa in Calabria, e ancora il teletrasporto tramite la sola forza del pensiero non sono capace ad usarlo), i cui si parla di un sacco di cose, tra cui questo incontro ravvicinato del terzo tipo tra Mark e tal Daria.
Insomma, da questa storia mi è partita l'ispirazione per questo post, in cui parliamo un po' delle crisi isteriche che affliggono spesso e volentieri la fangirl nel momento in cui incontra la sua star del cuore.
Questo per sottolineare che le fan matte lo sono, lo sono state e lo saranno. E' una delle basi su cui si fonda il mestiere.
Che poi ci siano (stati) gli eccessi, è lampante anche questo.
Anche la sottoscritta si è trasformata in una completa ebete nel momento in cui ha visto dal vivo alcune delle sue celebrities del cuore. Per fortuna io faccio parte della categorie 'innocue' quelle cioè a cui cade la lingua insieme a tutti i neuroni e parte anche col piagnisteo, alle volte.
Dunque, tiriamoci via subito il dente. Ci sono due categorie di isterismo: quello innocuo e quello pericoloso (proprio nei confronti del povero disgraziato di turno).
Quello innocuo è quello di cui sopra: pianti, perdita del linguaggio, alle volte svenimento...
Quello pericoloso implica lo sfondamento dei timpani di qualsiasi essere vivente nel raggio di 100 km (e in questo caso è pericoloso anche per il resto del mondo, non solo per la star), la rincorsa e l'assalto.
Questi sono i punti base dell'isterismo fangirlico storico.
Con l'evoluzione tecnologica, c'è stata anche un'involuzione del suddetto, perché con Twitter le distanze si sono 'accorciate' e i poveri sventurati si devono sorbire anche un sacco di 'attacchi' virtuali.
Gli esempi da portare sono davvero i più disparati, ma visto che stiamo parlando di band di giovincelli che mandano in visibilio i neuroni delle donzellette (non dico boyband, perché sennò poi certi puristi mi mettono al rogo), ecco i due più clamorosi.
I Beatles, che sicuramente sono stati tra i pionieri dell'isterismo collettivo (la leggenda dice che abbiano smesso di cantare live perché le urla coprivano la loro musica).
Dove andavano loro, passavano orde barbariche di fan che Attila in confronto era un tenerone...
Però sicuramente erano ben allenati, avrebbero dato parecchio pensiero ad Usain Bolt, se il campione fosse dell'epoca.
E come non dimenticare i Duran Duran e la loro apparizione a Sanremo, che ha dato vita alla mia fonte di ispirazione suprema Sposerò Simon LeBon:
(Tra l'altro il commento più 'mipiaciato' sulla pagina di questo video dice: 'Gli anni passano, i cantanti cambiano, ma le quindicenni rincoglionite sono sempre le stesse'. Sagge parole, amico. - E per quindicenne rincoglionita mi ci metto pure io che di anni ne ho il doppio -)
Ma dopo questo brevissimo excursus introduttivo, parliamo dell'oggetto in questione: Mark Owen assalito al Roxy Bar.
Correva l'anno 1994.
I Take That erano la band hot del momento e ogni (pre)adolescente media era pazza di loro.
A Novembre di quell'anno, fecero alcune tappe televisive nel Bel Paese, tra cui l'allora famosissimo Roxy Bar di Red Ronnie su VideoMusic.
Io, ovviamente, vivendo anni luce dal mondo civile, non prendevo il canale e quindi scoprii questa cosa qualche mese dopo, perché, nonostante il clamore, su Cioè e Magazine non se ne parlò molto.
Questa Daria, è stata una delle sculatissime (insieme alla figlia di uno dei Dik Dik, insomma il nepotismo esisteva già allora, altro che Flora!) fan ad essere tra il pubblico della trasmissione tv.
Urla, pianti, lancio di peluches, consegna di lettere...
©Malzaspaziale - Tumblr |
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Ricordo perfettamente la faccia di Robbie nella foto a corredo nell'articolo (che poi è la stessa che si vede qui su, solo che Rob è tranciato via), un WTF gigantesco stampato in faccia, ma potete notare anche quella del povero Mark.
(Mi duole non avere altri supporti visivi a sostegno, davvero)
Risultati: lui shockato, lei odiata da tutte.
In quest'intervista sullo speciale di TV, Sorrisi e Canzoni ricordo perfettamente che disse di non ricordare assolutamente nulla di quella serata se non la barba di Mark che le pungeva la faccia: BRAVA SCEMA, complimenti.
Ricordo anche che quasi imparai a memoria quell'articolo e presi in esame le foto della sua cameretta e oltre ad odiarla per la faccia di culo, le invidiavo la collezione di gadget.
Tornando a noi: all'epoca questo assalto fece molto clamore, perché era una sorta di 'superare il limite', e se ci pensiamo, un po' lo è. Ormai siamo abituati alle cose peggiori, e il pensiero che una quattordicenne si aggrappi al collo del suo cantante preferito, ci viene un po' da ridere.
Sarà perché ci siamo abituati a questo genere di cose? Sarà.
Resta però il fatto che incontrare la celebrità di turno ti inebetisce, ti rincretinisce e ti manda a puttane il cervello. Il perché, però, non ci è ancora dovuto saperlo.
Risultati: lui shockato, lei odiata da tutte.
In quest'intervista sullo speciale di TV, Sorrisi e Canzoni ricordo perfettamente che disse di non ricordare assolutamente nulla di quella serata se non la barba di Mark che le pungeva la faccia: BRAVA SCEMA, complimenti.
Ricordo anche che quasi imparai a memoria quell'articolo e presi in esame le foto della sua cameretta e oltre ad odiarla per la faccia di culo, le invidiavo la collezione di gadget.
Tornando a noi: all'epoca questo assalto fece molto clamore, perché era una sorta di 'superare il limite', e se ci pensiamo, un po' lo è. Ormai siamo abituati alle cose peggiori, e il pensiero che una quattordicenne si aggrappi al collo del suo cantante preferito, ci viene un po' da ridere.
Sarà perché ci siamo abituati a questo genere di cose? Sarà.
Resta però il fatto che incontrare la celebrità di turno ti inebetisce, ti rincretinisce e ti manda a puttane il cervello. Il perché, però, non ci è ancora dovuto saperlo.
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